Economia

Bce: Germania in pressing per regole più dure su Npl

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La Germania starebbe spingendo, alla guida di un gruppo di paesi nordici, perché la Bce imponga quest’anno regole più dure per lo smaltimento degli oltre mille miliardi di crediti deteriorati in pancia alle banche dell’Eurozona.

È quanto riporta  l’agenzia Bloomberg citando fonti a conoscenza del dossier, secondo cui il ‘pressing’ della Germania è finalizzato ad ottenere una tempistica per la gestione dello stock di Npl simile a quella appena varata dal Consiglio di Vigilanza della Bce per i futuri crediti deteriorati. Un portavoce della Bce, contattato dall’agenzia finanziaria, non ha commentato.

Ricordiamo che già la sola misura rivolta ai futuri crediti deteriorati – copertura integrale dei crediti deteriorati entro due anni se non garantiti, ed entro sette se garantiti – aveva incontrato il fuoco di sbarramento di alcuni paesi, a partire da Italia e Portogallo, le cui banche hanno elevati livelli di Npl ereditati dalla recessione. Secondo le fonti citate dalla Bloomberg, l’offensiva tedesca mirerebbe a una ‘piano d’azione’ simile per l’intero stock di crediti esistenti.

Intanto, ieri, è Mario Draghi, presidente della Bce, parlando agli studenti vincitori del Generation Euro Students’ Award, un concorso indetto dalla Bce fra gli studenti di 11 Paesi dell’Euro, per delineare rischi, sfide e prospettive dell’Europa in un mondo sempre più difficile, ha sottolineato che la crisi finanziaria “peggiore dagli anni ’30” ha portato in alcuni paesi “all’ascesa di partiti populisti e nazionalisti, anche se non ancora trionfante”. Ma questo “non deve gettare un’ombra sul modo in cui guardiamo al futuro, si tratta di sfide sovra-nazionali cui non si puo’ rispondere a livello nazionale”.

Il numero uno della Bce ha poi rilevato che per il momento l’impatto delle tensioni commerciali tra Cina e Usa non hanno “effetti non importanti” nell’Eurozona. Che ha messo in guardia dal rischio delle “rappresaglie”.

“Al momento – dice Draghi a Francoforte rivolto a una platea di studenti – gli effetti diretti delle tariffe doganali annunciate non sono importanti” per l’Eurozona. Tuttavia, aggiunge, “noi non abbiamo visto che il primo round“, poiché la “questione chiave” sono le “rappresaglie” tra i vari Paesi.

Le parole di Draghi fanno eco a quelle della direttrice del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde, la quale vede “nubi scure” all’orizzonte della crescita economica mondiale soprattutto a causa delle tensioni sui dazi tra gli Stati Uniti e i suoi partner commerciali.