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Bce, Brexit e Italia: settimana di fuoco per i mercati

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La confusione totale sulla Brexit alimenta il nervosismo tra gli investitori con il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker che ha appena stoppato il tentativo della premier inglese Theresa May di ritoccare il testo dell’accordo stretto tra Londra e Bruxelles prima di presentarlo per la ratifica al parlamento di casa. Juncker ha “escluso categoricamente” che l’Ue possa tornare sui suoi passi o cambiando le modalità della soluzione cosiddetta di “backstop”.

Intanto i mercati sono in trepidante attesa della riunione di giovedì della Bce. Il compito di Mario Draghi non sarà affatto facile.

Nell’ultimo vertice dell’anno di politica monetaria, il board si troverà davanti a prospettive meno favorevoli per la crescita, a una inflazione di fondo (‘core’) che non riesce a consolidare una traiettoria ascendente e a un diffuso nervosismo sui mercati finanziari. Nonostante questo contesto, il Consiglio Direttivo annuncerà la fine degli acquisti netti di titoli (QE), argomentando i progressi conseguiti sinora nel sostenere la crescita economica.

Tuttavia, gli analisti ritengono che la Bce manterrà condizioni finanziarie molto accomodanti e dovrebbe precisare la sua forward guidance sui reinvestimenti dei titoli in scadenza. A tal proposito, i reinvestimenti della Fed sono durati tre anni dopo la fine del suo QE. In questo meeting la banca Centrale inoltre comunicherà le sue previsioni macroeconomiche aggiornate, che mostreranno verosimilmente una revisione al ribasso della crescita del Pil per il 2019 e il 2020 rispettivamente dall’1,8% e dall’1,7% a un intervallo atteso compreso tra 1,5% e 1,7%.

La settimana in corso, dice Alberto Biolzi, Responsabile Direzione Wealth Management di Cassa Lombarda, sarà “decisiva” anche per la manovra di bilancio italiana, attesa a Bruxelles entro il fine settimana con le modifiche che la UE auspica ma che “difficilmente verranno recepite dal governo italiano”.

Il voto del Parlamento britannico sulla Brexit nel frattempo è stato rinviato a data da destinarsi. Una situazione complicata, considerata la chiusura del Parlamento dal 20 dicembre e il 7 gennaio e la scadenza della Brexit del 29 marzo che si avvicina senza che un accordo sia stato ancora concluso.

Il caos politico sta innervosendo gli investitori, con prima valvola di sfogo la sterlina scesa ai minimi da agosto contro euro e sui minimi post-Brexit del 2016 contro dollaro. May incontrerà diversi leader europei (Rutte, Merkel, Tusk e Juncker) ma difficilmente riuscirà a strappare nuove concessioni per il “divorzio”.

“Diversi osservatori non escludono neppure un possibile secondo referendum sulla Brexit o la revoca unilaterale dell’articolo 50 del Trattato di Lisbona come stabilito dalla Corte di Giustizia UE”, sottolinea Bolzi nella sua nota.

Nei prossimi giorni anche le riunioni della banca centrale svizzera (BNS) e di quella norvegese, attese entrambe mantenere un orientamento attendista. La BNS potrebbe però avvertire del rinnovato apprezzamento del franco svizzero in funzione di una maggiore avversione al rischio in aumento sui mercati.