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Banche venete, via libera al decreto

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Concluso il passaggio in Commissione Finanze della Camera del decreto legge per il salvataggio delle banche venete. La discussione generale in Aula a Montecitorio è prevista il prossimo lunedì. Intanto si discute sulla questione degli emendamenti, dopo che la Commissione ha deciso di non esaminarli tutti ma di dare mandato al relatore per riferire in Aula.

Il governo ieri ha ritirato l’emendamento che interveniva sulla cessione dei crediti deteriorati, concedeva un anno in più per restituire i crediti high risk (quattro anni dunque invece che tre) e si pronunciava anche sulle competenze dei commissari liquidatori sull’erogazione di nuovo credito. La proposta è stata ritirata perché con molta probabilità non avrebbe passato il controllo di ammissibilità. L’opposizione ha criticato questa decisione.

Il relatore del decreto Giovanni Sanga del Pd ha presentato un altro emendamento per allargare il numero dei risparmiatori di Popolare Vicenza e Veneto Banca che potranno accedere al rimborso delle obbligazioni subordinate. La previsione del capogruppo Pd in Commissione Michele Pelillo è che il decreto sarà rinviato dall’Aula in Commissione, probabilmente martedì, per un breve passaggio che “valorizzi” il contenuto dell’emendamento Sanga.

Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, in un’intervista al Gr1, ha assicurato che “non ci sono altri focolai di crisi come quelli risolti in questi giorni” e sostenuto che “le banche venete sono state rilevate da Intesa Sanpaolo che non ha problemi di credibilità”. Per il prossimo lunedì è in programma anche l’Eurogruppo, a cui parteciperà in via straordinaria anche la commissaria dell’Unione europea alla concorrenza, Margrethe Vestager, per spiegare la soluzione adottata dal governo italiano sulle banche venete.

L’operazione che ha portato Intesa Sanpaolo all’acquisizione delle good bank di Popolare Vicenza e Veneto Banca è stato oggetto del primo incontro fra le delegazioni di Intesa, delle due banche venete e i sindacati. La trattativa non è ancora entrata nel vivo ma si punta a raggiungere un accordo sugli esuberi entro la fine di luglio. L’accordo resterà sospeso in attesa della conversione in legge del decreto sugli istituti veneti.