Investimenti

Banche venete: salvataggio pubblico per un disastro forse scongiurato

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Quando un bambino troppo vivace, una volta si diceva sveglio che fa danni da tutte le parti, interviene il tutore, cioè i genitori esercenti la patria potestà e paga, a ristoro dei danni provocati dall’esuberanza del  piccolo.

Ecco, a voler tradurre in parole povere i disastri delle banche venete – Popolare di Vicenza e Gruppo Veneto Banca – significa che negli anni ha fatto capricci e per un eccesso di esuberanza tanto nella raccolta del risparmio ma soprattutto nell’esercizio del credito, ha combinato danni, molti danni, tanto al sistema Paese che a migliaia di risparmiatori che si sono visti azzerare le loro partecipazioni al capitale.

Il sistema bancario italiano o gran parte di esso, a giudicare dai fatti ed episodi dell’ultimo periodo,  sembra un “bambino che non è mai cresciuto” e di cui tutti, dobbiamo sentirci moralmente e purtroppo anche economicamente responsabili.

Fino a ieri ero più ottimista, confidando nell’azione preventiva degli Organi di controllo che, nel caso in specie non ci sono stati o meglio “se pure c’erano a dir poco dormivano”!

Beninteso, gli unici che allo stato non hanno ancora pagato pegno sono gli amministratori che si sono avvicendati nell’ultimo decennio. Qui aspettiamo tutti impazienti il lavoro della magistratura che, ahimè, come sempre accade in questi casi, interviene sempre dopo, quando i buoi sono già scappati da un pezzo.

Nel frattempo, il Ministro dell’Economia e delle Finanze PADOAN che più di altri, anche per il ruolo ricoperto, ha patrocinato l’intera operazione per conto dello Stato, ha  parlato di 17 miliardi come spesa possibile, soprattutto se, non si dovesse riuscire a recuperare niente dei dieci miliardi di zavorra – sofferenze acclarate in bilancio, incagli e credito ad alto rischio.

Insomma, il film non è ancora finito,  dobbiamo tutti assistere inermi ad uno scenario addirittura peggiore, “Pantalone è pronto”, sia pure con le tasche vuote, siamo tutti invitati a vedere il “secondo tempo” di una delle tante tragedie infinite.

Ma qualcuno riesce a spiegarci come funziona una banca?

O meglio, come funziona l’esercizio del credito nelle banche italiane? Dove stanno le garanzie o si è trattato di aperture di credito “a babbo morto”? Esiste un Organismo di vigilanza, di controllo in grado di prevenire questi disastri oppure gli amministratori sono gli unici responsabili?

Si faccia questa benedetta Commissione Parlamentare d’Inchiesta e si apra un “fascicolo” serio sulle omissioni, sugli eccessi, sugli abusi che ci sono stati negli anni.

Qualcuno deve pagare, possibilmente prima possibile.

La Politica, quella con la “P” maiuscola si faccia sentire, gli italiani onesti la cercano già da un po’ di tempo, batta un colpo!