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Banche venete, ipotesi “sconto” Ue e nuovi esuberi

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Il compromesso che il Mef avrebbe concordato con Bruxelles è quello di uno “sconto” sulla necessità di quel miliardo e 250 milioni necessari alla ricapitalizzazione delle banche venete. Le distanze fra le parti si sarebbero accorciate notevolmente nel corso dell’ultimo incontro.

“Commissione europea, meccanismo di vigilanza unico e autorità italiane lavorano mano nella mano. Sono in corso contatti costruttivi”, nella partita in corso sulla ricapitalizzazione di Pop Vicenza e Veneto Banca”. Il “confronto è in atto sia sul piano tecnico sia ai livelli politici più alti” ha poi aggiunto Pier Paolo Baretta, sottosegretario all’Economia.

Secondo quanto riporta La Stampa sul tavolo ci sarebbero anche nuovi tagli sul costo del lavoro del 10% “oltre a esuberi, uscite volontarie e vendita di alcune delle partecipate”. Sembrerebbe, invece una “mera suggestione” quella di una possibile fusione a tre con il Monte dei Paschi. In ogni caso, il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che in precedenza aveva del tutto escluso la possibilità di un bail-in per le due banche, ha dichiarato di puntare a una soluzione “in tempi brevi”.

Nel frattempo i Cda dei due istituti veneti riunitisi venerdì avrebbero sondato il terreno a caccia di nuovi capitali privati, in particolare dal fondo Atlante. Senza particolari riscontri, a quanto riporta Il Sole 24 Ore: lo stesso AD di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, aveva chiarito che Atlante “sembra che più di quello che ha fatto non possa fare” e che il suo scopo resta acquistare Npl.

A innervosire i mercati oggi con il settore bancario italiano che ha perso a un certo punto anche il 3% in Borsa, contribuiscono le parole del consigliere della Bce, François Villeroy de Galhau, secondo il quale “i problemi del settore bancario italiano e portoghese vanno affrontati tempestivamente e in via definitiva, poiché non è normale che difficoltà a livello locale danneggino l’immagine del sistema bancario a livello di intera zona euro”.