Economia

Banche venete: i primi effetti della “cura” Intesa Sanpaolo

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MILANO (WSI) – Cominciano a farsi sentire i primi effetti della cosiddetta cura Intesa sulle banche venete, rilevate al prezzo simbolico di 1 euro da Ca’ de Sass con l’intento di rilanciarle integrando le 900 filiali finite sotto la sua ala protettiva in una rete più solida.

Da quel che oggi si apprende proprio tali filiali di Veneto banca e Popolare di Vicenza hanno ripreso quota dagli inizi di luglio e da allora la raccolta complessiva tra diretta dei depositi e indiretta del risparmio, ha saldo positivo per la prima volta dopo anni di perdite miliardarie.

Il salto grosso è per le due banche finite nella polvere sotto la gestione disastrosa di Gianni Zonin e Vincenzo Consoli, avverrà, come spera il responsabile del progetto di fusione, Stefano Barrese, dopo la migrazione delle piattaforme informatiche che renderà disponibili tutti i prodotti e i servizi della gamma Intesa Sanpaolo che permetterà la chiusura di due terzi delle filiali acquistate e permetterà l’avvio dell’adozione dei modelli interni di assorbimento patrimoniale per i 30 miliardi di impieghi targati Vicenza e Veneto banca. Tra questi, anche quelli dei marchi Banca nuova e Apulia, circa 200 sportelli concentrati tra Puglia e Sicilia.

Tale migrazione telematica, stima Intesa Sanpaolo, verrà completata a febbraio del 2018, ma visto che i lavori procedono a passo spedito potrebbe anche completarsi prima a fine anno.

Ma cè un altro passo da compiere per risanare le banche venete e riguarda la perizia sugli attivi e passivi in cessione: iniziata la settimana scorsa, dovrà stabilire esattamente cosa finirà in liquidazione e cosa resterà a Intesa Sanpaolo. Entro ottobre dovrebbe avvenire poi il passaggio dei 10 miliardi di sofferenze lorde e di 9 miliardi di crediti deteriorati lordi dalle due liquidazioni alla Sga, il veicolo pubblico incaricato di gestirne il recupero nei tempi previsti.

Ma mentre è in corso la due diligence dei conti delle due banche venete  è arrivata una nuova tegola da parte della Bce che ha deciso di multare la Popolare di Vicenza per un importo pari a 11,2 milioni di euro.

Le multe prendono in conto la gravità delle violazioni e l’entità della responsabilità.

Così scrive la Bce e di fatto tale importo rientrerà nei debiti della bad bank sorta dal fallimento di Bpvi ma il rischio molto concreto – riporta Il Sole 24 Ore – è che, trattandosi di un credito non privilegiato, Francoforte non incasserà tutti gli 11,2 milioni di euro. Veneto banca invece la multa l’ha scampata visto che una procedura sanzionatoria era stata avviata dalla Bce anche a suo carico ma quando è intervenuto il fallimento, il procedimento era ancora in corso e non si è potuta comminare la sanzione.