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Banche europee, rischio da $46mila miliardi per i mercati

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NEW YORK (WSI) – A detta dei gestori i prezzi delle banche europee rappresentano il maggiore rischio che corrono i mercati finanziari. Dalle banche italiane sull’orlo del default come Mps, ai rischi politici del referendum costituzionale, nonché delle elezioni in Austria, Germania e Francia, ecco un elenco delle questioni calde che attanagliano le menti dei fund manager.

L’Europa è la principale preoccupazione. A breve termine l’euro forte sta compromettendo la competitività e quindi la crescita”, mentre il continente non ha risolto ancora problemi strutturali come i livelli elevati di debito e le difficoltà delle banche.

In Europa preoccupano soprattutto le banche italiane, che hanno 400 miliardi di euro di crediti deteriorati iscritti a bilancio. Quella cifra, secondo Paul Ashworth, managing partner di Cameron Harrison, è solo la punta dell’iceberg.

“La cifra reale rispetto a quelle ufficiali è probabilmente doppia. In tutti i modi, il costo è enorme, pari al 25-30% del Pil”, sottolinea il gestore. Se poi il governo perde la sfida del referendum costituzionale, il governo cadrà e con esso il sistema bancario italiano“.

Con una dimensione di $46 mila miliardi, il sistema delle banche europee è tre volte più grande di quello americano, che ha quasi fatto implodere i mercati nel 2008 in seguito alla scoppio della bolla dei mutui subprime.

Il settore bancario è anche indebitato con un rapporto di 26 a 1. Lehman Brothers, in confronto, aveva fatto leva finanziaria con una proporzione di 30 a 1.

I mercati finanziari globali rischiano di vivere un’altra crisi, alimentata da una crisi di fiducia nelle banche. Deutsche Bank, giudicata sottocapitalizzata dagli analisti anche senza che si verifichi un evento choc esterno, corre il pericolo di rimanere senza liquidità se dovesse incorrere in una lunga serie di sanzioni penali.

La prima banca di Germania ha un’esposizione ai derivati enorme ($61 mila miliardi iscritti a bilancio), ma il governo di Angela Merkel ha già escluso la possibilità di venire in soccorso dell’istituto di credito con aiuti pubblici. La locomotiva europea teutonica, paladino del rigore e del rispetto delle regole, perderebbe in quel modo qualsiasi credibilità.

E nelle ultime tre settimane Deutsche Bank ha perso in Borsa un quarto del suo valore. Anche altre banche sono in difficoltà. Credit Suisse non è messa molto meglio, con i titoli che sono scivolati sotto i livelli più bassi visti duranti la crisi finanziaria (2012). Idem Barclays: il titolo scambia sui minimi dal 20112 e solo nel 2009 aveva toccato valori inferiori.

Fonte: The Age