Economia

Banche, Draghi: “crediti deteriorati troppo alti in certi paesi”

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FRANCOFORTE (WSI) – Il tasso dei crediti deteriorati (Npl) nella zona euro è diminuito anche se modestamente. A dirlo il numero uno della Bce Mario Draghi intervenendo allo European Banking Congress a Francoforte anche se il discorso è stato già pubblicato sul sito istituzionale della banca centrale.

Secondo Draghi ci sono tre fattori che inducono alla maggiore cautela e sono l’insufficiente redditività delle banche, la relativa debolezza della dinamica dell‘inflazione e la dipendenza della ripresa dalla politica monetaria accomodante.

“Critica in questo contesto è stata la valutazione dei bilanci delle banche che ha incoraggiato le stesse ad anticipare il loro rafforzamento. Mentre le sofferenze rimangono alte in alcuni paesi, il problema oggi è più legato alla redditività rispetto alla robustezza dei bilanci che sono coperti da accantonamenti vicini al 50% e da garanzie per buon parte del resto”.

Il presidente ha affermato che l’economia dell’eurozona è in ripresa anche se rimane una certa cautela.

“Dopo la crisi finanziaria globale il 2016 è il primo anno pieno in cui il Pil dell’area euro è salito sopra i livelli pre-crisi’. L’occupazione è cresciuta di oltre 4 milioni di unità dal 3013. E la ripresa è diventata più ampia e con differenze meno marcate nei vari paesi. (…) Non possiamo abbassare la guardia (…) Restiamo impegnati a mantenere il grado molto consistente di stimolo monetario, che è necessario ad assicurare una convergenza sostenuta dell’inflazione verso un livello sotto, ma vicino, al 2% nel medio termine”.

Draghi fa così intendere che tale riduzione dello stimolo monetario è ancora lontana e ciò significa che con tutta probabilità alla prossima riunione dell’8 dicembre, il consiglio deciderà un’estensione del programma di acquisto di titoli, il Quantitative easing, oltre la scadenza prevista del marzo 2017.