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Banca Marche: falle vigilanza costate caro ai risparmiatori

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Due lettere di Bankitalia, inviate a distanza di pochi giorni, rivelano un esempio di anomalia di comunicazione fra l’istituto centrale e la Consob. Protagonista della vicenda è Banca Marche, una delle quattro banche regionali salvate nell’ambito del decreto del governo Renzi. Le comunicazioni risalgono al periodo compreso fra la fine del 2011 e l’inizio del 2012, nel momento in cui la banca aveva da poco depositato il prospetto informativo per un aumento di capitale da 180 milioni di euro. La Stampa ha potuto visionare le due lettere che, anche se da Palazzo Koch smentiscono, dimostrerebbero una difformità fra le comunicazioni fornite alla Consob e quelle inviate a Banca Marche.

 
Nel dettaglio, il 28 Bankitalia informa la Consob l’istituto presenta una eccedenza di capitale consistente rispetto ai requisiti minimi, aggiungendo che le ispezioni condotte nel 2010 hanno evidenziato una serie di carenze: “La banca ha avviato una serie di iniziative volte a rimuovere le lacune sopra evidenziate. Sul punto sono in corso valutazioni da parte della Banca d’Italia”.
Il governatore di Bankitalia, alcuni giorni dopo, il 9 gennaio 2012, informa i vertici di Banca Marche che gli impegni presi dalla banca non sono stati sufficienti e che “permane caratterizzata da elementi di anomalia” e che gli interventi di carattere finanziario “appaiono (…) difficilmente realizzabili”, riporta La Stampa. L’istituto marchigiano, infine, avrebbe avuto un termine di 30 giorni per prepararsi a una nuova verifica.

 
In sostanza, la Consob non era stata informata con altrettanta puntualità da Bankitalia circa le difficoltà in cui versava Banca Marche. A meno di non ritenere che fra Capodanno e Epifania Bankitalia abbia mutato il proprio giudizio sull’istituto marchigiano. Secondo il quotidiano piemontese la differenza tra le due lettere, divise da meno di due settimane, è talmente evidente “che Consob sanziona gli ex vertici di Banca Marche per non aver comunicato alla Commissione la lettera di Visco, che conteneva ‘talune informazioni’ che avrebbero dovuto essere inserite nel prospetto, come ha confermato la sentenza d’appello che ha rigettato il ricorso degli ex consiglieri”.
I fatti successivi sono noti: l’aumento di capitale fu fatto e si concluse il 31 marzo 2012, con la partecipazione anche di piccoli soci; nell’estate 2013 la banca fu commissariata da Bankitalia.

Sul sito Bankitalia spiega così la vicenda: “la Consob, che autorizzò la pubblicazione del prospetto informativo, era stata sinteticamente informata a fine dicembre 2011 dell’esito delle tre ispezioni, sulla base del quale la Vigilanza chiese poi alla banca, ai primi di gennaio 2012, incisivi interventi correttivi”.