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Aste Btp, l’avvertimento dei mercati all’Italia

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In questo frangente il nostro paese, il secondo più indebitato dl’Europa, sta facendo particolarmente fatica a trovare acquirenti disposti a comprare i suoi titoli di Stato. Il debito governativo offre rendimenti molto più alti della Germania e anche più vantaggiosi di Spagna e Francia, ma la domanda scarseggia.

Le aste del Tesoro di ieri non sono state certo disastrose e i rendimenti sono scesi rispetto ai livelli di pericolo raggiunti nell’emissione precedente di fine maggio, all’apice della crisi istituzionale che sul mercato secondario ha spinto lo Spread tra Btp e Bund oltre i 300 punti base.

Allo stesso tempo la domanda, misurata in rapporto all’offerta, è stata relativamente debole. Il livello dei bid-to-cover per le scadenze di Btp a 5 e 10 anni, secondo l’opinione degli analisti interpellati da Bloomberg, è stato “preoccupantemente basso“.

Questo risultato complica la vita al governo giallo-verde guidato dal premier Giuseppe Conte, che sarà impegnato in nuovi tentativi cruciali per poter finanziare il proprio ambizioso programma di spese. Che gli interessi non siano stati elevatissimi non ha aiutato quanto invece avrebbe fatto una domanda più robusta.

Tensione sul secondario dopo l’asta di Btp

Non è un caso infatti che sul mercato secondario i Btp in circolazione hanno visto i rendimenti salire di livello in seguito alla pubblicazione dei risultati dell’asta. Nel dettaglio è andata così: il Tesoro è riuscito a rastrellare 6,5 miliardi di euro collocando BTp e Ccteu con consegna che variava tra i 5, i 7 e i 10 anni.

Il debito pubblico governativo assegnato con una scadenza a marzo 2023 ha permesso di reperire 2 miliardi di euro, con interessi modesti. Il rendimento si è difatti attestato all’1,82% (50 punti base in meno rispetto all’asta di fine maggio), mentre il bid to cover è stato nella media, pari a 1,34.

Il Tesoro ha inoltre assegnato 2,5 miliardi di euro di BTp con scadenza febbraio 2028, il cui rendimento medio si è attestato al 2,77% (in calo di 23 punti base dall’asta precedente) con un’offerta bassina (il bid to cover è stato pari a 1,26 volte).

Infine sono stati inoltre assegnati 2 miliardi di euro in titoli Ccteu con scadenza settembre 2025, con un rendimento medio attestatosi all’1,67% (33 punti base in meno in confronto all’emissione di fine maggio) e una domanda che ha superato l’offerta di 1,30 volte. L’ultima asta dei bond decennali sul mercato primario aveva provocato qualche turbamento.

Avvenuta a fine di maggio, all’apice delle tensioni di mercato per via della crisi istituzionale apertasi tra il Quirinale e i partiti che poi sono saliti al governo, l’emissione aveva visto il rendimento medio lordo di assegnazione per il Btp decennale avvicinarsi al 3%, un livello quasi raddoppiato rispetto all’1,70% del collocamento precedente.

Stando ai dati della piattaforma Mts, nella tarda mattinata di ieri in seguito al collocamento dei 6,5 miliardi di debito governativo, i tassi di interesse dei Btp in circolazione sono aumentati di 7 punti base rispetto alla chiusura della vigilia, attestandosi al 2,87%, mentre lo Spread con i rendimenti decennali dei Bund tedeschi si è ampliato a 256 punti base. A fine maggio aveva oltrepassato i 300 punti base, più del doppio della media del 2018.