Economia

Asset manager: anche i bond non sono più un “porto sicuro”

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Gli investitori italiani hanno ritirato dai fondi obbligazionari 2,6 miliardi netti da inizio anno, secondo i dati di Assogestioni aggiornati a luglio. Nonostante la perdita di smalto, questa categoria resta in ogni caso di gran lunga la preferita, costituendo il 38% circa del denaro gestito dai fondi aperti.

A rinforzare l’idea che alcuni investitori possano virare sull’obbligazionario in un periodo di incertezze commerciali ci si può rivolgere ai dati TrackInsight, i quali evidenziano come gli Etf obbligazionari, quotati fra Usa e Europa, abbiano raccolto quest’anno 45 miliardi di dollari netti, al secondo posto fra tutte le asset class.

Anche se nel recente passato i bond si sono dimostrati un porto sicuro quando il mercato azionario registrava cattive performance, c’è chi crede che in futuro le cose possano andare diversamente.

Secondo Rory McPherson, responsabile della strategia di investimento di Psigma Investment Management, la combinazione di bassi rendimenti e l’interruzione dei programmi di allentamento quantitativo avrebbe cambiato le caratteristiche delle obbligazioni, che non agiscono più come bene rifugio, ha spiegato a Investment Week.

Poiché i mercati azionari sono stati sostenuti dal Quantitative Easing quando questo processo si è inverte, sia i titoli obbligazionari che i titoli azionari verrebbero venduti contemporaneamente.

James Dowey, chief economist e Cio di Neptune Investment Management, l’inflazione che in America si sta facendo piuttosto calda implica che il valore reale della protezione offerta dai bond non sarà paragonabile a quella sperimentata in un contesto deflazionistico come quello del 2008.

“I forti flussi che abbiamo visto nel reddito fisso nell’ultimo decennio sono basati su questo beta negativo che le obbligazioni hanno mostrato sul mercato azionario per 20 anni, tale correlazione non è una proprietà data da Dio “, ha affermato il Cio.

“Se si guarda oltre gli ultimi 20 anni, le obbligazioni hanno avuto un beta positivo molto forte sul mercato azionario”, vale a dire una relazione in cui al variare dell’una, l’altra asset class reagisce nella stessa direzione.

“Gli investitori si stanno ingannando se pensano di aver trovato una fonte diversificata di rendimento. Hanno acquistato più obbligazioni in base a questa correlazione e non andrà a finire bene“, ha concluso Dowey.