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Apple, Tim Cook: produciamo in Cina perché là i lavoratori sono più bravi

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NEW YORK (WSI) – Questione di capacità e competenze dei lavoratori se Apple produce in Cina, altro che manodopera a basso costo. Tim Cook, Ceo di Apple smentisce così, all’interno della nota trasmissione americana “60 minutes”, la più ricorrente delle critiche mosse alle grosse compagnie transnazionali.

Ma l’intervistatore statunitense non la beve e rilancia: i cinesi “sono più capaci dei lavoratori americani? Più di quelli tedeschi?”. Per Cook gli “americani hanno perso quel tipo di abilità vocazionali; voglio dire, se mettessi insieme tutti gli attrezzisti e gli stampisti degli Stati Uniti riempiresti la stanza in cui sediamo ora, mentre in Cina ti occorrerebbero più campi da calcio”.

L’altro grande tema spinoso per Apple (e non solo) è quello dell’elusione fiscale. Tim Cook non ama proprio questo genere di critica e ricorda al pubblico che la sua azienda paga più tasse negli Stati Uniti che in qualsiasi altro paese del mondo.

“Mi piacerebbe portare indietro delle risorse negli Usa, ma non sarebbe una cosa ragionevole con le attuali norme fiscali: mi costerebbe il 40%”, ha affermato il ceo di Apple, “è una regolamentazione fiscale fatta per l’era industriale e non per quella digitale. E’ pessima per l’america e doveva essere sistemata molti anni fa. Ormai è passato il momento per farlo”.

Secondo il Senato americano sarebbero 74 miliardi i dollari sui quali Apple non paga (o paga irrisorie) imposte sui profitti, in quanto realizzati fuori dagli Stati Uniti. “È solo schifezza politica”, ha replicato Cook, “Nessuna verità vi sta dietro: Apple paga ogni dollaro di tasse che deve”.