Società

Anche due banche venete a rischio bailout

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Tra i settori peggiori dell’azionario europeo, si mette in evidenza oggi ancora quello delle banche. Il motivo del rinnovarsi delle tensioni sui mercati, spiegano gli analisti, è da ravvisare di nuovo nei problemi italiani, in particolare con le ultime novità che riguardano Popolare di Vicenza e Veneto Banca.

I due istituti hanno lanciato infatti una iniziativa di conciliazione transattiva con tutti gli azionisti che hanno subito forti perdite, puntando sui loro titoli negli ultimi anni. Una operazione che fa già discutere e che, secondo Reuters, potrebbe costare più di 600 milioni di euro, erodendo i cuscinetti di capitale e costringendo Popolare di Vicenza e Veneto Banca a chiedere un aiuto di stato.

Popolare Vicenza e Veneto Banca non sono quotate in Borsa, ma i loro problemi sono ben noti e alimentano di nuovo i timori sul futuro delle banche italiane, mentre si attendono dettagli sul piano di ricapitalizzazione e di smaltimento dei crediti deteriorati di MPS. Secondo le stime di Bloomberg il settore ha bisogno di un’iniezione di capitale fresco pari a 52 miliardi di euro, molto di più dei soldi stanziati dal governo con il decreto salve banche al quale ha già fatto appello Mps.

Male fa la performance del sottoindice di riferimento dei titoli bancari, l’indice Ftse Italia All-Share Banks Sector, che ha ceduto anche il -1,5% a un certo punto, a fronte di un listino generale Ftse Mib che riesce comunque a tenere meglio.

Sull’incognita degli aiuti di stato si ricorda che a fine dicembre il governo Gentiloni ha emesso un decreto del valore di 20 miliardi che prevede la possibilità di stanziare fino a 15 miliardi di euro per ripatrimonializzare tutte le banche in difficoltà, ovvero MPS, Carige ed entrambe le banche venete sopra citate, e per lanciare un meccanismo di garanzia per ripristinare la liquidità mettendo a disposizione i restanti 5 miliardi.