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ALTO RENDIMENTO: GARA ALLE SUPERCEDOLE D’EUROPA

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(WSI) –
Hanno sofferto in Borsa a causa della crisi dei subprime. Ma adesso hanno rendimenti parecchio allettanti. E che potrebbero anche salire, visti i risultati lusinghieri dei primi nove mesi dell’anno. Sono cinque titoli dell’Eurostoxx per i quali lo scollamento tra valutazione fondamentale e quotazione borsistica si è dilatato. Si tratta della belga Fortis, la spagnola Telecinco, la greca Opap, l’italiana Intesa Sanpaolo e la francese Natixis.
I due principali «filtri» di analisi utilizzati in questo portafoglio sono: 1) un rendimento del dividendo almeno pari al 6%; 2) un risultato netto dei primi nove mesi almeno in linea con quello dello scorso anno; 3) gli elementi che rendono sostenibile un dividendo analogo anche il prossimo anno; 4) un price/earning inferiore a 16 volte. Ma vediamo più in dettaglio le caratteristiche di questi cinque titoli.

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Con oltre 38 miliardi di capitalizzazione, un p/e di 6,3 volte e un dividend yield attuale del 7,3%, Fortis Bank offre servizi bancari e assicurativi ed è il terzo titolo per importanza dell’indice belga Bel-20. Tra l’altro, nei giorni scorsi l’autorevole rivista The Banker (gruppo Financial Times) ha insignito la società del premio «bank of the year». Nei primi nove mesi dell’anno il gruppo ha realizzato 88,4 miliardi di ricavi totali (69,6 nel 2006) e un utile di 3,65, in linea con lo scorso anno. Il takeover su Abn Amro, a cui Fortis ha partecipato in cordata con Santander e Rbs, ha consentito al gruppo di conquistare le attività di Abn in Olanda, mentre il disimpegno dalle attività marginali è già iniziato con la cessione di una controllata in Spagna per un miliardo di euro. E proprio in settimana l’assicurativo cinese Ping An Insurance ha annunciato di voler investire 1,81 miliardi per rilevare il 4,18% di Fortis.

Di dimensioni più contenute la francese Natixis, 16 miliardi di market cap, un p/e di 7 volte, un calo da inizio anno vicino al 40% ma un rendimento del dividendo del 6,6 per cento. Nei primi nove mesi l’utile netto complessivo sfiora i 2 miliardi (900 milioni circa nel 2006), e anche nel terzo trimestre la banca ha accresciuto i propri utili del 16% grazie a una serie di dismissioni nel comparto immobiliare, dopo svalutazioni per 140 milioni e perdite complessive (già spesate) per 407 milioni. I due principali azionisti del gruppo bancario intanto hanno rilevato la controllata americana Cifg (per evitare un declassamento del rating della stessa Natixis): una mossa che dovrebbe – il condizionale è d’obbligo – aver ripulito il bilancio dai problemi subprime, perlomeno di oltreoceano.

Terzo titolo bancario è Intesa Sanpaolo: il colosso italiano assicura un rendimento del 7,3% e nei primi nove mesi l’utile netto è stato di 6,8 miliardi (di cui 3,8 da plusvalenze), mentre quello «normalizzato» si è attestato a 3,8 miliardi contro i 3,6 del 2006; ulteriori proventi arriveranno poi nei prossimi mesi dalle cessioni di sportelli imposte dall’Antitrust. Le sue dimensioni in Italia sono però destinate ad aumentare, con l’Opa che a breve dovrebbe partire su CariFirenze. Intanto il gruppo, che vale oltre 66 miliardi, passa di mano a 1,3 volte il patrimonio e 13 volte i profitti; da inizio anno la perdita borsistica è del 10 per cento.

La perla del gruppo Mediaset, Telecinco, è il quarto titolo: nei primi nove mesi l’utile netto è salito del 15% a 263 milioni (229 lo scorso anno), i ricavi del 10% a 771 milioni. Il gruppo passa ora di mano a poco più di 12 volte i profitti, ma può contare su una redditività vicina al 53% e un rendimento del dividendo superiore al 7 per cento. Per fine anno la società si attende di superare la soglia del miliardo di ricavi pubblicitari televisivi lordi, la più alta di sempre in Spagna. Al punto che il consensus fissa a 335 milioni l’utile atteso per quest’anno e a 352 quello del 2008.

L’ultimo titolo di questo portafoglio è Opap. Il gruppo greco, attivo nelle scommesse, è il terzo operatore europeo per dimensioni e ha chiuso i primi nove mesi dell’anno con ricavi in crescita del 5% a 3,54 miliardi di euro, 564 milioni di ebitda (+14,6%) e un utile netto di 416 milioni, in aumento del 17% rispetto ai 355 del 2006. Attualmente Opap, con 8,5 miliardi di capitalizzazione, tratta a poco più di 13 volte i profitti attesi per il 2007 e assicura un rendimento del 6%, anche se da inizio anno il calo è vicino al 10 per cento.

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