Economia

Alitalia al rush finale: i lavoratori a rischio

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ROMA (WSI) – Dopo lo sciopero del 5 aprile è iniziata la trattativa ad oltranza per trovare un’intesa con i sindacati per salvare Alitalia. La compagnia di bandiera guidata dall’ad Cramer Ball ha messo sul piatto ben 2037 esuberi e un piano di ristrutturazione che punta a bloccare 20 aeri e risparmiare.

Una corsa contro il tempo per arrivare alla prossima settimana. Ma quali sono i dipendenti che potrebbero rimanere a casa? A darne i numeri è un articolo di Repubblica che ha individuato i tagli ufficio per ufficio.

Nel dettaglio le voci principali sono “Esuberi Staff” ed “Esuberi Operations”, che prevedono rispettivamente meno 77 e 1261 unità ciascuno, per un totale di 1338 in meno in Italia a cui ai aggiungono 141 all’estero. A non vedersi rinnovato il contratto a tempo determinato ben 558 unità.

I tagli avverranno tra cassa integrazione a zero ore, cig a rotazione, solidarietà, esternalizzazioni e esodi volontari con il pagamento di 12 mesi di stipendio.

Quali sono gli uffici che vedranno un taglio consistente del personale? In primis quello del presidente e dell’ad che dovranno rinunciare a 37 unità in Italia, 59 nell’ufficio “People performance” e 139 nel “Chief financial office”, 182 le persone che rimarranno a casa nel settore “Information Technology” e 20 per quello “Strategy & Planing” e infine 339 gli esuberi nell’ufficio Commerciale. E ancora nel “Customer Office” ci saranno 443 persone in meno, 142 nello “Staff & Flight Operations”, 250 per “Ground Operations” e 426 per la “Manutenzione e ingegneria”.

Sacrifici anche tra i piloti: ne rimarranno a casa 100 insieme a 300 assistenti di volo e questo per la messa a terra di 20 aerei come previsto nel piano di ristrutturazione. Gli equipaggi di Alitalia invece saranno impiegati dalla compagnia low cost Air Berlin, che ha siglato con la compagnia italiana un contratto di noleggio tutto compreso, per 4 aerei A320.

E se i sindacati sono sul piede di guerra e vorrebbero scongiurare proprio i tagli al personale, anche il ministro del lavoro Giuliano Poletti dice la sua:

“Alitalia è un’impresa importante del Paese, ma è privata. Comunque i ministeri sono al tavolo con i sindacati. Il piano industriale però non può essere pagato tutto dai lavoratori. La riduzione del costo lavoro non può essere  la principale voce del piano industriale, ma è solo una componente della discussione”.