Economia

Alert Fmi: M&A non è panacea per mali banche

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NEW YORK (WSI) – Le banche italiane sotto la lente del Fondo monetario internazionale che nel suo annuale rapporto sul nostro paese sottolinea sì i progressi per salvaguardare la stabilità finanziaria dell’Italia ma lancia anche un allarme

L’istituto guidato da Christine Lagarde chiede infatti uno sforzo in più al nostro paese e in particolare che vengano effettuate misure aggiuntive riguardo l’efficienza del sistema bancario e sulla gestione dei crediti deteriorati.

“La riduzione dei Npl e le strategie di ristrutturazione delle banche dovrebbero essere ambiziose e credibili, aiutate dalle autorità che devono supervisionare questi processi. Bisogna realizzare una revisione della qualità degli asset di tutti i gruppi bancari emergenti, e garantire un’attenzione particolare alla governance e alla gestione dei rischi”.

Secondo l’Fmi nel sistema bancario italiano ci sono spazi per un consolidamento grazie agli ultimi interventi legislativi di riforma del settore delle popolari e delle Bcc che, una volta che saranno pienamente implementati, porteranno ad una maggiore concentrazione del sistema, con il consolidamento di circa 140 gruppi bancari nei prossimi anni dagli attuali 400.

Tuttavia secondo il Fondo, l’M&A “non dovrebbe essere visto come un panacea per risolvere i problemi del settore”.

“I guadagni sulla redditività non possono arrivare esclusivamente dall’M&A ma sono necessarie altre misure, come riforme strutturali che favoriscono la crescita e misure efficaci di intervento sugli Npl. Alcune banche grandi hanno anche bisogno di razionalizzare le proprie attività e di ristrutturare i loro modelli di business”.

L’esempio? Unicredit che ha avviato un percorso di questo tipo accompagnando gli interventi con un grosso aumento di capitale e un piano di riduzione degli Npl.

Infine una raccomandazione all’Italia per quanto riguarda la sofferenze.

“La vigilanza bancaria dovrebbe assicurarsi che le strategie e i target di riduzione degli Npl siano ambiziosi e credibili attraverso analisi sulla capacità delle banche di affrontare gli Npl utilizzando strumenti e risorse interne”.