Economia

Al Waleed torna in libertà, ma a caro prezzo: ha ceduto $6 miliardi di proprietà allo stato

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Dopo quasi tre mesi di detenzione nel lussuoso hotel Ritz Carlton di Riad, è stato rilasciato ieri il principe saudita Al-Waleed bin Talal. Una notizia che ha messo il turbo alle imprese dell’impero economico del principe più ricco al mondo che ha al suo attivo consistenti quote di capitale in imprese multinazionali come Citigroup, Lyft, Twitter e varie catene di alberghi, ed è presidente della finanziaria-cassaforte della famiglia reale saudita, la Kingdom Holding Company.

Arrestato il 4 di novembre insieme ad altri dignitari del regno, nell’ambito di un’inchiesta per corruzione ordinata dal cugino, il principe ereditario Mohammad bin Salman, Al Waleed è stato detenuto per 80 giorni all’hotel Ritz-Carlton di Riad.

Secondo voci insistenti,  dietro il rilascio ci sarebbe un “accordo finanziario”, cioè la cessione di una quota di una quota sostanziosa del suo impero. Lo scorso dicembre il Wall Street Journal riportava dei rumors, secondo i quali la richiesta di libertà sarebbe costata sei miliardi di dollari.

Una sorte toccata anche anche ad altri principi miliardari (tra i 200 e 500 secondo le stime) arrestati all’inizio di novembre insieme ad Al-Waleed. Che resta comunque il più ricco finito nella rete: si calcola che abbia una patrimonio stimato in almeno 17 miliardi di dollari, fra liquidi, proprietà e partecipazioni, comprese quelle sostanziose in Twitter e Apple. Al-Waleed è al quarantacinquesimo posto nella classifica degli uomini più ricchi al mondo.

Secondo l’opposizione all’estero, l’operazione anti-corrotti lanciata da Mohammed bin Salman avrebbe l’obiettivo è in realtà di “estorcere centinaia di miliardi” per l’ambizioso piano di riforme e rilancio dell’economia voluto dal principe ereditario.